Stromboli (è) Altro

Autori: Paola Liuni, Fabio Famularo

Pagine: 70

Genere: storico/ fotografico

Finito di stampare: Luglio 2011

 

C’erano una volta le Isole Eolie, le sette perle del Mediterraneo, chiamate così da chi nel tempo le ha conosciute, visitate, amate.
Luoghi magici e incantati popolati da gente umile e semplice ma dalle riconosciute qualità di grande generosità, coraggio e ospitalità.
Le Eolie, terre di accoglienza che da sempre sono state rifugio di uomini in cerca di se stessi e della loro vera identità.
Gente di ogni parte del mondo, di ogni ceto sociale e cultura, con sincera genuinità, si mescolava agli uomini e le donne di queste terre, lasciandosi guidare, fidandosi senza indugi alla scoperta del mistero che da sempre ci avvolge.
Luoghi incantati dove la natura aveva concentrato tutta la sua bellezza che tra miti e leggende avevano ispirato artisti e poeti.
Pittori hanno usato i colori delle Eolie per le loro tele, per i loro quadri, utilizzando il giallo delle ginestre, il blu profondo del mare, il rosso della lava e la nera sabbia dell’isola di Stromboli. Scultori hanno modellato le vive pietre di Filicudi unendo il loro talento all’arte millenaria della gen-te di quell’isola che da sempre con le loro mani nude le accarezzano come figli.

Musicisti hanno trovato le loro note tra il vento che scuoteva gli alberi e batteva il mare sulle alte scogliere del Filo dell’Arpa di Alicudi.
Scrittori senza idee e ispirazioni hanno riempito pagine e pagine dei loro diari e dei loro quaderni raccontando con emozione e trasporto le meraviglie di questo nuovo mondo che stavano conoscendo e del quale si erano perdutamente innamorati.
Registi hanno inscenato le loro trame d’amore, d’avventura e di passione in queste terre lontane e sconosciute, dove l’energia dei suoi vulcani ha conquistato la fantasia, i sogni e la curiosità di gente di ogni parte del mondo.
Un pergolato, un tavolo traballante arso dal sole, due sedie di paglia, un bisuolo scorticato eroso dal mare, questo è il salotto in cui l’Arciduca Luigi Salvatore d’Austria in religioso silenzio ascoltava le storie incredibili dei vecchi oratori fatte di avventurose battute di pesca tra il mare in tempesta o al caldo lume di una lampara, tra eruzioni vulcaniche e i miracoli di San Bartolomeo.

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